Problemi di capelli e covid: quali correlazioni?
Nel periodo pandemico in corso, stiamo affrontando stress psicologici e fisici non secondari e i capelli, che sono le nostre “antenne” verso il mondo, possono captare ed esprimere questo disagio in maniera assolutamente puntuale.
In recenti pubblicazioni è stato dimostrato come le patologie del capello stress-correlate, abbiano conosciuto un’esacerbazione nel periodo della quarantena.
I risultati della ricerca
I ricercatori dell’Università Turca di Inonu hanno sottoposto ad un questionario online 563 individui che avevano sperimentato il periodo di isolamento da Covid 19 (quarantena), chiedendo loro in merito allo sviluppo di sintomi e segni riconducibili a Alopecia Areata (AA), Dermatite Seborroica (DS) e Telogen Effluvium Acuto (TEA). Nel campione vi erano soggetti che avevano già manifestato un problema di capelli, ma anche soggetti con storia tricologica muta.
Di questo campione il 56% circa era costituito da uomini e il 46 % circa da donne, la cui media di età era di 33 anni, tra di loro vi erano studenti, operatori del settore sanitario e impiegati.
Durante la pandemia il TEA è stato sperimentato dal 27.6% del campione, l’AA dal 5.3% del campione (compresa la manifestazione al cuoio capelluto e al volto) mentre la DS dal 19.9% del campione. Per quanto riguarda l’AA in verità, il tasso di incidenza pare sovrapponibile a quello della popolazione generale, e gli stessi soggetti intervistati già affetti da AA, non avrebbero rilevato differenze di riacutizzazione di manifestazioni rispetto al periodo pre COVID.
Per contro, in tempi di quarantena, sembra esservi un trend in aumento per quanto riguarda la riacutizzazione della DS e del TEA.
Telogen effluvium acuto e SARS-CoV-2: una chiara correlazione
Il TEA è un quadro non cicatriziale caratterizzato da una significativa perdita di capelli (più di 100 al giorno) conseguente ad un brusco passaggio dalla fase anagen del capello (fase di crescita) al telogen (fase finale di caduta); la durata del TEA è classicamente inferiore ai 6 mesi, e in genere si autorisolve.
Il TEA riconosce molteplici fattori scatenanti: carenze micronutrizionali (ferro, vit B12, folati ecc), disordini endocrini (ad es distiroidismo, PCOS ecc), periodo post partum, assunzione di farmaci favorenti (eparinoidi, fluoxetina, allopurinolo, atenololo ecc), patologia depressiva e stress psicofisico…
Nel 2020 a questo complesso inquadramento eziopatologico si è aggiunta la correlazione con l’infezione SARS-CoV-2.
Numerose pubblicazioni hanno infatti evidenziato come l’infezione sintomatica da SARS-CoV-2 sia un fattore di rischio per lo sviluppo di TEA, come peraltro già avviene per altre infezioni acute.
Più interessante l’alert che deriva da altre pubblicazioni e dalla nostra osservazione empirica di medici tricologi: secondo alcune statistiche 1 paziente su 10 con infezione subclinica o asintomatica di SARS-CoV-2, presenta come sintomo il TEA.
E’ chiaro dunque che di fronte ad un paziente con un abbondante caduta, l’inquadramento debba essere globale e, nel contempo, fortemente attualizzato al periodo pandemico in corso.
Bibliografia:
- Fahmy DH, El-Amawy HS, El-Samongy MA et al. “COVID-19 and dermatology: a comprehensive guide for dermatologists” J Eur Acad Dermatol Venereol 2020; 34: 1388–1394.
- Bruno A Bernard “The hair follicle enigma” Exp Dermatol 2017 Jun;26(6):472-477.
- Richard L Lin, Lilit Garibyan Alexandra B Kimball Lynn A Drake “Systemic causes of hair loss” Ann Med 2016 Sep;48(6):393-402.